Gennaio 2016.

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Non lo conoscevo il Teatro della Contraddizione (http://www.teatrodellacontraddizione.it/) e ora che ci sono stata per una sola serata credo non lo abbandonerò più.

Il 22 dicembre hanno messo in scena uno spettacolo dal titolo “Racconti di Natale – Storie, canzoni e poesie sporche di neve pulita”. Difficile rendere le emozioni che ho provato quella sera, ma ci proverò.

Il Teatro della contraddizione non è un teatro come quelli che siamo soliti vedere, è diverso, originale, scardina alcune immagini che siamo abituati a legare alla parola “teatro” e la arricchisce di calore e rapporto umano. La hall del teatro è un posto creato per far sì che le persone, in attesa dello spettacolo, possano parlare e conoscersi. Non è uno spazio formale, trasuda passione, quella di chi quel posto l’ha creato e voluto. La sala della rappresentazione è diversa dai soliti teatri, anche se mantiene tutta quella magia che si crea davanti a un palcoscenico.

Lo spettacolo ha inizio e da lì, per un’ora e mezza, sensi e sentimenti sono impegnati a lasciarsi trasportare dalla voce profonda ed espressiva di Vincenzo Costantino, detto Cinaski, poeta, scrittore e cantautore che da anni porta per l’Italia la sua poesia e le sue letture musicate. Lui è seduto al centro della scena, a sinistra Mell Morcone accompagna le parole di Cinaski con la melodia del pianoforte, a destra Raffaele Kohler le accompagna col suono nostalgico e graffiante della sua tromba. Luci calde li illuminano, mentre Cinaski ci porta in un viaggio bellissimo, quasi come assistessimo a un film, tra le parole di tre brani e di tre canzoni.

pic for blog aleA fine spettacolo il Direttore Artistico del teatro e il suo team invitano gli spettatori a fermarsi per degustare un buon bicchiere di vino e, perché no, a continuare la conoscenza iniziata nella hall del teatro e a scambiare impressioni e racconti con gli artisti. Ironia, malinconia, amara tristezza, piacevole realtà, poesia, dolcezza, ricordi che si risvegliano, luci, colori, calore, il piacere di confrontarsi, di conoscere e conoscersi… tutto questo e molto di più è quello che l’arte di quella sera del 22 dicembre ha suscitato.